Personaggi illustri e Collane Storiche

Le Collane storiche dell'Ateneo sono state realizzate sotto la direzione di intellettuali calabresi, professori e personaggi illustri che hanno contribuito alla fondazione e al prestigio di questa Università.

Reale, Giuseppe - Calabresi nel tempo

giuseppe realeOn. Giuseppe Reale: (Maratea, 12 giugno 1918 – Reggio Calabria, 16 maggio 2010) è stato un politico italiano e Rettore dell'Università per Stranieri di Reggio Calabria.

Intellettuale prestato alla politica, militò per anni nella Democrazia Cristiana. Impegnato nel mondo cattolico, vicino al vescovo Ferro, venne eletto deputato nelle file della Democrazia Cristiana nel 1958 e venne riconfermato fino alla VI Legislatura.
Si impegnò per la creazione dell'Accademia di Belle Arti, per la trasformazione ed il potenziamento dell'aeroporto di Reggio (prima solo militare e poi anche civile), per l'Università. Si ricorda un suo sciopero della fame per protestare in occasione dell'assegnazione del capoluogo a Catanzaro.
Fu sindaco di Reggio Calabria per soli sei mesi nel 1993, nel turbolento periodo politico che seguì all'arresto e alle rivelazioni di Agatino Licandro.
Europeista convinto, pubblicò la rivista Parallelo 38 della omonima casa editrice per i tipi della Officina Grafica di Villa San Giovanni.
È stato fondatore, rettore, e presidente onorario dell'Università per stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria.
È stato co-fondatore della sezione di Reggio Calabria del Centrum Latinitatis Europae.
Giuseppe Reale è morto il 16 maggio 2010 all'età di 92 anni.

Altomonte, Antonio - Calabresi nel tempo

altomonte antonioAntonio Altomonte (Palmi, 25 novembre 1934 – Roma, 1º gennaio 1987) è stato uno scrittore e giornalista italiano.

Pur essendo iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Messina, preferì dare sfogo ai suoi interessi, seguendo in particolare le lezioni di letteratura impartite dal prof. Giacomo Debenedetti. Contemporaneamente, continuando a praticare lo sport da dilettante, incominciò a scrivere racconti e articoli su alcuni giornali. Prima sulla Gazzetta del Sud e poi sul Tempo. Nel 1961 decise di trasferirsi a Roma, dove più facilmente poté svolgere il lavoro di giornalista. Nel 1964 pubblicò il suo primo romanzo, Il Feudo. Leonida Repaci, pubblicando il volume "Calabria grande e amara" (1964), lo definì «emblematico ricostruttore di perdute dimensioni». Nel 1965 pubblicò "L'Idea del corpo". Nel 1968 sposò Libertaria Falvo. Oltre a scrivere La sostanza bruna' (verrà pubblicato nel 1972) si interessò di problemi regionali, curando specifiche antologie. Una, sulla Calabria, in collaborazione con Leonida Repaci (pubblicata nel 1969 con il titolo Narratori di Calabria) e un'altra, sul Lazio (pubblicata nel 1974 con il titolo Roma: diario a più voci). Negli anni successivi scrisse un saggio su Leonida Repaci (pubblicato a Firenze nel 1976) ma non trascurò di fare il giornalista visitando molti paesi stranieri. In uno di questi viaggi maturò l'idea di scrivere "Dopo il presidente", idea che si concretizzò in seguito alla morte del generalissimo Franco in Spagna, delle vicende di Tito in Iugoslavia e di altri dittatori. Dopo il presidente (pubblicato nel 1978), considerato una "metafora del potere", ottenne il premio Viareggio. Alternò il giornalismo alla narrativa. Dopo due anni poté mandare alle stampe un altro romanzo, che gli procurò il premio "Selezione Campiello": Sua Eccellenza. Nel 1982, riunendo in unico volume i tre romanzi già editi: Il Feudo, Adolescenza (già intitolato "L'idea del corpo") e "Una storia in frantumi» (già intitolato "La sostanza bruna"), pubblicò "Una stagione sull'altra", che ottenne il Premio Nazionale Letterario Pisa per la narrativa. Sempre nel 1982 uscì Il Magnifico: una biografia di Lorenzo dei Medici, che ottenne il premio "Castiglioncello". Nel 1984 pubblicò Il fratello orientale, che ottenne il premio "Selezione Campiello" ed il premio "Basilicata". Nello stesso anno scrisse una commedia La parete di vetro. Quasi nello stesso periodo preparò per la RAI alcuni radiodrammi che furono anche pubblicati su riviste. Scrisse anche alcune introduzioni: su Benvenuto Cellini, su i due trattati intorno all'oreficeria ed alle sue principali arti e sull'arte della scrittura (1983); su Guido Nobile (nel romanzo Senza Bussola del 1979); su De Angelis (nel romanzo Inverno in palude del 1984). E infine, Dante una vita per l'imperatore, che ottenne "Il Valentino d'oro" e poi il "Fiuggi" per la saggistica nel 1985. Tra i tanti riconoscimenti ricordiamo "Il Bergamotto d'oro", conferitogli dalla città di Reggio Calabria nel 1993.

La morte sopraggiunse nella notte tra il 31 dicembre 1986 e il 1º gennaio 1987, all'età di 52 anni, in una clinica romana, dopo una malattia durata oltre un anno [1] . Le sue spoglie furono subito trasferite a Palmi. Lo scrittore Carlo Bo ricordò che «certe sue inchieste sono rimaste famose e non potranno essere trascurate neppure in avvenire». I cari tiranni, l'opera che aveva terminato poco prima di morire, fu pubblicata qualche mese dopo la sua morte. Alla sua attività giornalistica appartengono: Viaggio nella cultura italiana, pubblicato nel 1975; Repaci, saggio critico pubblicato nel 1976; L'Intellettuale bifronte, edito nel 1977, vincitore del premio «Rhegium Julii»; Mafia, briganti, camorra e letteratura, pubblicato nel 1979. (Fonte Wikipedia)

Crupi, Pasquino - Classici della Letteratura calabrese

pasquino-crupi

Crupi, Pasquino (Reggio Calabria, 1940- Bova Marina, 19 agosto 2013) Intellettuale e giornalista, prorettore dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, Direttore del periodico "La Riviera". 

Considerato uno dei maggiori studiosi della storia calabrese.

Tra le sue numerose opere: Letteratura ed emigrazione (Reggio Calabria 1982); Processo a mezzo stampa (Venezia 1982); Stragi di stato nel Mezzogiorno contadino (Cosenza 1985); Il giallo colore del sangue di Luino (Reggio Calabria 1990); Un popolo in fuga (Cosenza 1991); L’anomalia selvaggia-Camorra, mafia, picciotteria, ‘ndrangheta nella letteratura calabrese del Novecento (Palermo 1992); Benedetto Croce e gli studi di Letteratura calabrese (Cosenza 2003). E vale la pena di ricordare la monumentale Storia della letteratura calabrese.