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MICSE = "mixeraggio" di culture e civiltà. Il "bergamotto dell'interculturalità"

Com’è noto, con l’espressione mixer è invalso designare le procedure che comportino, appunto, ogni “mixeraggio” o mescolamento e contaminazione di qualsiasi prodotto; mentre - ironizza il Rettore Berlingò - l’acronimo MICSE, sta ad indicare tutt’altra cosa, e precisamente il Corso di Laurea dei Mediatori per l’Intercultura e la Coesione Sociale in Europa, che viene attivato per la prima volta nel prossimo anno accademico presso l’Università per Stranieri di Reggio Calabria. «E tuttavia - continua il Rettore - qualcosa in comune hanno i contenuti cui si riferiscono le due espressioni, perché, quando si parla di intercultura e di coesione, intendiamo riferirci ad un processo di integrazione che, in qualche modo, comporta una dinamica ed un rapporto di convergenze reciproche fra realtà diverse». Ma al di là di ogni assonanza o assimilazione,  l’importante - per il Prof. Berlingò - è avere portato a casa, in vista dell’apertura delle immatricolazioni e delle iscrizioni - che per l’Ateneo reggino “Dante Alighieri” sono aperte, sia per gli allievi italiani che per quelli stranieri, a partire dall’8 agosto - il risultato dell’accreditamento e quindi dell’avvio di questo nuovo Corso, che si propone come il fiore all’occhiello dell’Offerta Formativa 2016/2017 dell’Università di Via del Torrione; così come lo scorso anno lo era stato il Corso di Laurea magistrale in Interpretariato e Mediazione interculturale, che, insieme con l’altra Laurea Magistrale in Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali d’Area Mediterranea, completa lo spettro dei Corsi di laurea attivi, allo stato, presso detta Università, garantendo ai laureati delle triennali una sicura continuità, in sede, di prosecuzione della propria carriera universitaria.

Di fatti, oltre alle immatricolazioni al primo anno del nuovo Corso di Laurea triennale MICSE, sono ovviamente aperte pure le iscrizioni agli anni successivi al primo della precedente Laurea triennale in Operatori pluridisciplinari ed interculturali d’area mediterranea, che - come tiene a precisare sempre il Rettore Berlingò - ha rappresentato un modello per il nuovo Corso MICSE, secondo quanto illustrato in un ampio saggio dello stesso Rettore dal titolo “Per una equa mondializzazione delle periferie nelle società plurali. La (lunga ma, forse, istruttiva) storia dell’attivazione di un ‘nuovo’ Corso di laurea sull’interculturalità” (consultabile sul sito web dell’Ateneo in una con la significativa Lectio magistralis di Andrea Riccardi sul Mediterraneo: mare dell’unico Dio): una lettura che si raccomanda a chi voglia ricostruire l’impegnativo itinerario intrapreso dall’Università per Stranieri reggina nel perseguire gli attuali traguardi di eccellenza.

Berlingò ricorda, infatti, che già da tempo, potrebbe dirsi dai suoi primordi, l’Università “Dante Alighieri” - da quando, ancora non riconosciuta legalmente, ospitò nella sua sede, a partire dall’a. a. 2001/2002, il Diploma Universitario istituito  a Reggio dall’Università di Messina in Scienze e tecniche dell’interculturalità mediterranea - aveva messo in conto di dovere occuparsi delle problematiche indotte dall’incombente globalizzazione e dai flussi sempre più imponenti delle ondate migratorie. Ciò non sminuisce la grande rilevanza dell’istituzione del nuovo Corso MICSE, che si iscrive, come in una sorta di crescendo rossiniano, nella serie di novità caratterizzanti i più recenti anni di vita e di sviluppo dell’Ateneo “Dante Alighieri”.

Il salto di qualità è assicurato questa volta, in primo luogo, dai contenuti del nuovo percorso formativo, con un taglio più professionalizzante impresso ai programmi didattici, che sono stati inoltre aggiornati ed attualizzati al fine di sempre meglio servire, come si accennava in precedenza, allo scopo di un’integrazione degli stranieri, ed in specie degli extracomunitari: un’integrazione tale da realizzare un virtuoso equilibrio tra esigenze di sicurezza dei territori di insediamento ed esigenze di rispetto delle identità e delle libertà culturali e religiose delle variegate componenti comunitarie di una società divenuta ormai plurale ed interetnica in tutte le aree del mondo globalizzato.

Un ulteriore contrassegno di qualità del progetto MICSE è garantito dalla circostanza che esso è condiviso anche dalle altre Università per Stranieri, in particolare l’Università per Stranieri di Siena, dalla prestigiosa Comunità di Sant’Egidio, di recente insignitasi della benemerita esperienza dei ‘corridoi umanitari’, ed è frutto di una concertazione fra il  Ministero dell’Università e della Ricerca ed il Ministero dell’Interno, che si inserisce nel contesto di una programmazione europea, come un apporto inedito ed originale da parte dell’Italia in tale quadro.

«È assolutamente  significativo ed entusiasmante - afferma Berlingò - che l’Università per Stranieri di Reggio Calabria sia stata chiamata e valutata come partner affidabile per la partecipazione in prima fila ad un progetto di portata sopranazionale volto a predisporre  programmi e risorse umane indispensabili alla realizzazione della coesione sociale in Europa, e cioè di un ideale che, come utopia reale (per usare un’espressione cara a Giorgio La Pira), solo il ‘Vecchio’ Continente è in grado di suscitare e proporre a tutto il mondo. E non è un caso se tra i protagonisti di questa intrapresa figuri una realtà universitaria appartenente ad una delle periferie del mondo non sempre giustamente bistrattata e spesso immotivatamente trascurata, che, nonostante le sue innegabili e colpevoli derive, è situata al baricentro del bacino del Mare Nostrum non in un senso meramente topografico, e neppure solo geografico, quanto, piuttosto, nel senso di punto focale, sia pure eccentrico, e quindi strano - ma proprio perché strano ed eccentrico sano e creativo - in cui, come in un vertice, anzi in un vortice iperbolico, si addensano tutte le virtualità e tutte le conflittualità tipiche del Mediterraneo».

«Reggio è situata sul lembo di quello che  – continua Berlingò, richiamandosi a   Giustino Fortunato – si può definire uno sfasciume idrogeologico, con cui, per altro, l’Europa protende le sue propaggini verso due Continenti, l’africano e l’asiatico; e come dalla caotica stratificazione geologica dei terreni di quella provincia è indotta l’humus per il frutto tipico e unico al mondo che è il bergamotto, così dalla seriale sedimentazione delle civiltà e delle culture che vi si sono succedute lungo il corso dei secoli, lasciandovi tracce imperiture, è germinata una vocazione all’intercultura. Proprio per questo Reggio ed il suo interland possiedono la capacità di riconoscere, accogliere e valorizzare i vari contributi identitari, arricchendoli ed implementandoli: allo stesso modo in cui l'essenza del bergamotto fissa il bouquet aromatico di ciascun profumo, senza annullarlo o alterarlo, ma semplicemente rinvigorendo le fragranze più leggere, evidenziando quelle latenti, attenuando e temperando quelle più forti».

Per concludere, il Rettore della “Stranieri” tiene a sottolineare che proprio attingendo a queste fragranze, e traendo forza ed alimento da questa humus feconda, l’Università “Dante Alighieri” si sta studiando di finalizzare e di convogliare le collaborazioni cui è stata chiamata a partecipare da istituzioni universitarie e non - attente alla sua crescita numerica e qualitativa più di quanto non avvenga da parte delle entità che le sono fisicamente contigue - verso l’obiettivo di uno sviluppo del territorio in cui opera. «Uno sviluppo – aggiunge - che non risulti autocentrato, bensì aperto alle congenite vocazioni plurietniche  di queste aree e di una Città che, per meritare davvero la qualifica di metropolitana, non può che tornare ad essere cosmopolita; e che quindi si auspica sappia valorizzare al meglio e supportare adeguatamente, insieme con le istituzioni regionali e l’intero sistema universitario calabrese e dell’Area dello Stretto, la presenza e le potenzialità di un’Università per Stranieri. Da parte di quest’ultima non può che risultare confermato l’impegno per una sempre maggiore qualificazione ed articolazione della sua offerta formativa e di tutti gli obiettivi che, fin dalle origini, ne hanno caratterizzato l’istituzione».

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